Tutto Chiede Salvezza 2, la recensione: una delle migliori serie di Netflix Italia sacrifica un po’ di poesia per diventare più ordinaria
Due anni dopo aver conquistato pubblico e critica, Tutto Chiede Salvezza 2 torna con nuove domande sulla vita di oggi, ma senza risposta. L’onesta della serie rimane, ma si perde la magia della prima stagione, anche per alcune scelte che fanno già pensare a un rinnovo
In un’epoca in cui parlare di disagio, problemi mentali e supporto psicologico è di tendenza, Tutto Chiede Salvezza 2 torna a non avere paura di affrontare questi temi con il filtro dell’onestà. La seconda stagione della serie tv italiana di Netflix, in uscita domani, giovedì 26 settembre 2024, sicuramente convince sotto tanti aspetti: cast, semplicità e coerenza con la base letteraria da cui è tratta. Però il rischio di finire vittima delle esigenze di mercato c’è.
La recensione di Tutto Chiede Salvezza 2
Dall’accettazione al cambiamento, il tema della nuova stagione
I punti di forza della serie di Picomedia, diretta da Francesco Bruni, sono gli stessi con cui l’abbiamo conosciuta due anni fa, al suo debutto sulla piattaforma. Tutto Chiede Salvezza 2 continua ad essere una storia che appartiene a ciascuno di noi, per il semplice fatto che tutti noi, chi prima chi dopo, si ritrova a dover affrontare ciò che ci portiamo dentro e decidere come gestirlo.
È quello che succede ai personaggi che si susseguono nella seconda stagione: da una parte il protagonista Daniele (Federico Cesari), che da ricoverato è ora infermiere di quel reparto che gli ha cambiato la vita due anni prima, e dall’altra i vecchi e nuovi personaggi che lo circondano.
A farci caso, tutti sono alle prese con delle svolte. Se nella prima stagione i personaggi dovevano prendere coscienza del loro stato e imparare ad accettarsi, aiutarsi ed aiutare, nella seconda stagione si fa un passo avanti e ci si chiede quale sia il modo migliore per affrontare il cambiamento.
Maggiore spazio alla crescita dei personaggi
Inizialmente Tutto Chiede Salvezza era stato pensato come una miniserie: la prima stagione si chiude là dove si chiude il romanzo di Daniele Mencarelli da cui è tratta. Il rinnovo (a sorpresa, sì, ma neanche tanto, visto il successo ottenuto dalla prima stagione) e la decisione di realizzare un seguito ha permesso di dare vita propria ai personaggi che abbiamo conosciuto nel 2022.
Ecco che, allora, il lavoro fatto è stato quello di rendere Daniele, Nina (Fotinì Peluso), i pazienti del reparto ma anche gli stessi medici e infermieri (in particolare i personaggi del dott. Mancino e Pino, interpretati da Filippo Nigro e Ricky Memphis) personaggi più serializzati.
Ci spieghiamo: in Tutto Chiede Salvezza 2 il contenuto profondo del racconto che aveva reso la prima stagione così speciale e toccante (aveva conquistato anche noi) deve lasciare un po’ di spazio al percorso di ciascun personaggio. Tante storyline minori, che servono a dare una tridimensionalità a ciascun elemento del cast, e che soprattutto pongono tante domande.
Tante domande, senza risposta
Domande a cui Tutto chiede salvezza 2 non trova risposta: perché i genitori non riescono ad accettare che i sogni dei propri figli siano differenti dai loro? Perché lo Stato non riesce a prendersi cura adeguatamente dei più anziani, abbandonandoli di fatto a loro stessi? Perché la rabbia è ormai diventata una compagna di viaggio verso cui siamo più abituati che allarmati? Perché non riusciamo a lasciare il passato là dove dovrebbe rimanere e invece lo facciamo diventare un eterno presente in cui siamo ingabbiati?
Questa è una serie tv che, come abbiamo già detto, agisce sul piano dell’onesta dal punto di vista dei temi. E, altrettanto onestamente, di fronte a queste domande non trova risposta. Tutto Chiede Salvezza 2 vuole piuttosto agire sulle consapevolezze, provando a risvegliarci dal torpore dell’abitudine in cui si siamo fatti cullare per tanto, troppo tempo.
TCS resta una bellissima serie, ma è diventata ordinaria (guardando al rinnovo)
La mission di Tutto Chiede Salvezza 2 è dunque più che chiara. Eppure, gli episodi della nuova stagione -probabilmente per la mancanza di novità rispetto a due anni fa- non ricreano la stessa magia della prima stagione. I fatti scorrono con il ritmo giusto, le vicende appassionano, il cast convince (Cesari si sta impegnando, e si vede; bravissime le new entry, su tutti Samuel Di Napoli e Drusilla Foer) ma Tutto Chiede Salvezza 2 è diventata una serie ordinaria. Ben fatta, tra le migliori proposte da Netflix Italia, ma ordinaria.
Cosa intendiamo? Come abbiamo scritto all’inizio, Tutto Chiede Salvezza rischia di finire vittima del mercato. Il progetto, in altre parole, funziona e piace, quindi perché fermarsi? Se a una prima stagione che doveva essere unica ne è seguita una seconda, cosa impedisce produttori e autori di lavorare a una terza? In questa prospettiva si giustificano alcune scelte legate alle vicende dei personaggi: se due anni fa il finale poteva dirsi chiuso e soddisfacente, ora restano tante porte aperte da esplorare nel caso di rinnovo.
Piccoli cliffhanger che sono all’ordine del giorno di un progetto di lunga serialità qualsiasi, che deve garantirsi degli appiglia da cui riprendere eventualmente le fila del discorso. E l’impressione è proprio questa, che Tutto Chiede Salvezza 3 sia già nella mente di Netflix. Per questo, la seconda stagione ha dovuto sacrificare un po’ di se stessa per le esigenze legate a un rinnovo, che ci farà piacere nel caso avvenga, ma che ha tolto poesia a una serie che all’esordio ce ne aveva regalata tanta.